martedì 11 febbraio 2014

Photoshop ha cambiato la fotografia dal giorno alla notte

 PRIMA


DOPO




L'avvento digitale  e dei potenti software di fotoritocco hanno davvero trasformato il concetto di fotografia. Non si dimentichi che la fotografia è un'arte giovane se paragonata alla pittura o alla scultura,  che vantano millenni di meravigliose opere. 

Il primo scatto fotografico infatti è storicamente ricondotto al 1826, quindi è assolutamente comprensibile e auspicabile, nostalgici a parte, che la fotografia si stia rapidamente evolvendo verso nuovi linguaggi e innovative soluzioni grafiche,  senza rinnegare ovviamente le sue origini.

Oggi, nel contesto della visual culture, si osserva che i fotografi sono sempre meno orientati a scattare semplicemente fotografie e molto più propensi, invece, a creare immagini partendo da uno o più scatti fotografici, sia perché il mercato è vorace di novità che per necessità di sperimentazione creativa, connaturata nel fotografo. 

In realtà non è stato inventato nulla di totalmente nuovo, il fotoritocco e i fotomontaggi sono coevi della fotografia, la vera novità è l'immenso potenziamento degli strumenti che permettono di lavorare sulle immagini, e l'era digitale corona questo grande step evolutivo.

giovedì 6 febbraio 2014

L'abito fa il monaco



La storiella che sto per raccontare è puramente inventata ma rappresenta una realtà nella quale molti colleghi si saranno sicuramente trovati, me compreso ovviamente. Quindi posso dire che è ispirata a fatti realmente accaduti :)

Appuntamento con potenziale cliente, imprenditore italiano parvenu pancia in dentro e petto in fuori, della serie 'sono trent'anni che faccio questo mestiere e non ho nulla da imparare da nessuno'.

Imprenditore: - e quindi lei è un fotografo?-

Fotografo: - certo -

Imprenditore: - cioè lo fa per lavoro? - occhiata saccente e provocatoria.

Fotografo: - assolutamente sì - sorrisetto frugale.

Imprenditore: - beh, sarà dura la vita per voi oggi, con tutti questi cellulari che basta premere sullo schermo…mio figlio non fa altro che fare fotografie….poi le pubblica anche su tutti quei siti! si può dire che ormai sono tutti fotografi! - risatina sarcastica e compiaciuta.

Fotografo: - beh, diciamo che non è proprio così semplice, è indubbio che oggi tutti scattino fotografie, ma un conto è farlo per diletto o per pubblicarle su un social network in modo ludico e un conto è farlo per mestiere, ovvero realizzare foto efficaci da inserire nel contesto di una specifica strategia di marketing…. un fotografo professionista scatta fotografie seguendo le esigenze dei suoi clienti, quindi non stiamo parlando di paesaggi dai celi azzurri e dai prati fioriti. E' vero che oggi chiunque può scattare una bella fotografia, ma lo fa per sé, seguendo i propri interessi e le proprie passioni…. solo il professionista però è in grado di interpretare al meglio le esigenze comunicative di un committente. -

Imprenditore: sguardo provocatoriamente perplesso - sisi, certo certo, ma quindi perché io dovrei pagarla per fare fotografie alla mia azienda visto che tutti possono fare belle fotografie e pure gratis? -

Fotografo: - ho come l'impressione che lei non abbia ascoltato praticamente nulla di quello che le ho appena detto - dice con con tono scherzoso -  comunque le faccio una domanda: lei va a cena fuori ogni tanto? -

Imprenditore: - certamente, almeno due volte a settimana, perché? - 

Fotografo: - perché in realtà tutti cucinano eppure al ristorante ci si va comunque no? E lo si fa perché mangiare al ristorante è comunemente considerata come un'esperienza più appagante di mangiarsi due spaghetti al pomodoro a casa propria, e per questa esperienza si è disposti a pagare no? Quindi lei mi sta dicendo che non è disposto a pagare per far vivere ai suoi clienti, acquisiti o potenziali, un'esperienza appagante circa la sua azienda. Lei non vorrebbe che chi guarda il sito della sua azienda dicesse 'niente male quest'azienda! Ottime linee di produzione e ottimi prodotti, sembra che lavorino proprio bene'?Tutto questo, però, si ottiene soltanto andando a stimolare lo stato emotivo di chi osserva. Lei può scrivere quello che vuole nelle sue brochure 'la mia azienda è la migliore del settore, i miei prodotti sono unici, vantiamo un'esperienza trentennale eccetera eccetera…' ma le persone, soprattuto oggi, sono molto diffidenti nei confronti di tutti quei discorsetti da imbonitore…guardi la politica, chi si fida più di tutte quelle promesse da marinaio? Le immagini invece sono percepite come fatti concreti e non come parole all'aria. Le immagini, che siano fotografie o video,  driblano tutti i filtri cognitivi eretti dalla diffidenza, arrivando subito alla stimolazione emotiva. Va da sé che se le emozioni prodotte sono positive, la percezione di ciò che si è visto e di ciò che viene rappresentato sarà assolutamente positiva. L'imperativo è: conquistare la FIDUCIA della gente comunicando una reputazione aziendale spendibile sul mercato. -

SILENZIO

Imprenditore: - si, guardi va benissimo, ma il mio problema non sono le foto, i miei prodotti sono ottimi così come sono e chi ci conosce lo sa, il mio problema è che non vendo a causa della crisi e su internet nessuno compra perché è come essere una goccia nell'oceano…e dire che mi avevano detto che le imprese che ora aumentano il fatturato sono quelle che si sono aperte il mercato attraverso internet e che si sono internazionalizzate! Tutte balle! Il mio sito non lo visita nessuno! Quindi caro il mio fotografo, o lei ha una pozione magica che risolve il mio problema o qui non si quaglia di sicuro -  risatina supponente e strizzatina d'occhio beffarda.

Fotografo: - la ringrazio per l'incontro e le auguro di uscire presto dalla sua crisi. Arrivederci. -


Per chi pensa che questa storiella sia un po' sopra le righe la risposta è 'VI SBAGLIATE'. C'è un intero popolo di imprenditori che ragiona esattamente così, e non parlo di tutti quelli che si sono davvero trovati in ginocchio a causa della crisi, non mi permetterei mai, ma di tutti quelli che non fanno altro che lamentarsi perché le vendite sono calate e non comprendono che per guadagnarsi nuove fette di mercato devono investire su una comunicazione efficace, capace di valorizzare al massimo i punti forti dell'azienda e dei suoi prodotti, la sua filosofia, la sua mission e la sua vision. Beninteso che per comunicazione non intendo di certo solo fotografie, ci mancherebbe, ma un insieme di strategie che se affidate a bravi professionisti fanno una differenza abissale.

Per fortuna ci sono tanti imprenditori che questo lo hanno capito...





lunedì 18 novembre 2013

Manie da food photographer

"L'uomo è cio che mangia" soleva dire il filosofo Ludwing Feuerbach ma per un fotografo che si occupa di food questa massima assume una valore che supera la sfera esclusivamente gastronomica per approdare nella morbosa ricerca di oggetti di scena per costruire set.

Stoffe, vecchi canovacci lisi, posate di ogni forma, superfici scrostate di diversi colori e materiali, piatti e ciotole, contenitori di ogni sorta ed età, pentole e padelle, diventano tutti feticci che accendono la creatività, necessari a conferire personalità e originalità agli scatti, sublimando così ogni ricetta realizzata.

E così mi ritrovo ogni maledetta domenica a brancolare nei mercatini per nutrire l'irrefrenabile desiderio compulsivo di cercare l'oggetto unico e speciale da inserire nel prossimo set. Insomma, il food photographer non è soltanto ciò che mangia ma anche ciò che compra per i suoi scatti ;-)







lunedì 24 dicembre 2012

Non dimentichiamo l'autenticità



E' da questa mattina che in testa mi balena la parola autenticità. Perché mi è venuta in mente? Stavo ascoltando alla radio l'ennesima canzone di Natale di qualche "artista" delle nuove leve e subito mi sono chiesto quanto di autentico ci sia in questi prodotti. Voglio dire, qual'è il fine che muove i cantanti a proporre tutte queste variazioni sul tema di Jingle Bells? 

Forse lo spirito natalizio? Naaaà.. Allora la volontà di rendere le persone un po' più allegre? Mmmm, non credo... Missà proprio che la risposta sta in un'unica parola, ovvero mercato. Sono gli interessi di manager e produttori a spingere su queste canzonette così orecchiabili... puff, rotta la poesia. E purtroppo lo stesso discorso vale per un'infinità di altre circostanze che di certo non sto qui a snocciolare ;-)

E la fotografia? E' autentica? Certo che no! Anche se lo sembra molto di più delle parole, dalle quali ormai abbiamo imparato volentieri a diffidare. La fotografia invece mente ancora meglio della retorica, perché ti pone di fronte a un fatto che sembra incontestabile, perché è lì, lo vedi, non lo puoi negare. 

Però dietro ogni fotografia c'è sempre un fotografo che ha la facoltà di scegliere cosa mostrare e cosa occultare, quindi avrebbe il potere di far sembrare la guerra come se fosse una scampagnata fra amici se i suoi scatti si focalizzassero soltanto sui momenti più distesi e goliardici dei i soldati. 

Quello che voglio sottolineare è che non si può quindi parlare di autenticità delle fotografie ma soltanto di autenticità delle intenzioni del fotografo, una questione deontologica di vitale importanza per la  cultura cui la fotografia appartiene.

Beh, tutto questo per dire cosa? Che l'autenticità è un valore molto prezioso che deve vivere nei rapporti, nei sentimenti, nelle promesse, insomma nella gente prima di tutto. Purtroppo questo valore si sta lentamente sbiadendo sempre di più, perché è un rischio, perché ha un costo, perché conviene falsarlo ed è diventato una parola che in bocca agli ipocriti può trasformarsi in un'arma di subdola seduzione.

L'autenticità quindi è un valore da scoprire, da conquistare e da difendere, proprio come la tenera carezza di una mamma al proprio figlio.

Visto che questo è sicuramente l'ultimo post dell'anno a nome di tutto lo studio vi faccio tantissimi auguri di Buon Natale e vi auguro un 2013 ricco di una sana e impagabile autenticità!

venerdì 6 luglio 2012

Una birra tutt'altro che Complicata



Complicata di nome ma di certo non di fatto. Nella gustosa birra prodotta dai ragzzi del birrificio Matildico ,infatti, non c'è proprio nulla di strano o di misterioso. Anzi, si può dire che la Complicata goda di tutta quella genuinità implicita alla parola semplicità. Ottimo malto, acqua pura, luppolo selezionatissimo, lievito e tanta tanta passione, ecco il segreto di una birra artigianale DOC che non teme il confronto con le tante cugine ottenute attraverso i più articolati processi industriali.



Realizzare un reportage al birrificio Matildico è stata per noi un'esperienza decisamente stimolante, ma non soltanto per il fascino legato ai vari momenti della birrificazione. La possibilità infatti di lavorare in un ambiente così carico di entusiasmo è sempre qualcosa di molto gratificante, perché un'atmosfera di questo tipo condiziona positivamente l'esito del lavoro. Ed è proprio il caso di dire che fra entusiasmo e passione i cinque ragazzi, che icarnano l'anima del birrificio, non sono sicuramente secondi a nessuno. Un dettaglio che ci ha particolarmente colpito è la forte amalgama che li lega, indiscusso sintomo della loro solida amicizia d'annata.




Il brief che ci hanno richiesto per il reportage è stato quello di esaltare il più possibile l'artigianalità del prodotto e dei suoi processi di lavorazione. Proprio di questo aspetto ne è stato fatto un cavallo di battaglia per distinguersi da tutti quei birrifici che, malgrado si dichiarino artigianali, tradiscono però diverse procedure automatizzate. Al Matildico invece ogni passaggio è seguito con zelo dagli occhi e dalle mani esperte di chi considera questo mestiere un'arte. Basti pensare che molte delle attrezzature usate sono state totalmente autocostruite, proprio al fine di avere strumenti ad hoc per ottenere un determinato prodotto senza compromessi.















lunedì 4 giugno 2012

Conto alla rovescia per "Colori, Materie, Segni"






Sabato 9 giugno 2012 si inaugura alle ore 18.00 presso la galleria Metamorfosi, in Piazza Fontanesi 5/A a Reggio Emilia la mostra collettiva Colori, materie, segni. Artisti partecipanti: Andrea BoldriniSergio Cardone Alberini, Laris Conti, Linda D’Arrigo, Filippo Guicciardi, Simone Nocetti, Ofelia, Elisabetta Pogliani, Saro Puma, Titti Romeo, Stefano Sorrentino.




Mostra collettiva a cura di

Soqquadro & Metamorfosi




DURATA: dal 9 al 23 giugno 2012
INAUGURAZIONE: sabato 9 giugno 2012 ore 18.00
ORARI: martedì, mercoledì, venerdì e sabato 10.00/13.00 – 16.00/20.00
LUOGO: Galleria Metamorfosi, Piazza Fontanesi 5/A – Reggio Emilia
CURATRICE: Marina Zatta
COLLABORATRICE: Alessandra Parrella
INFO: cell. 333.7330045, tel. 0522 1530876
@mail: soqquadro@interfree.it  galleria@artemetamorfosi.it
www.soqquadro.eu  www.artemetamorfosi.it



Soqquadro propone con Colori, Materie, Segni, una mostra che esplora l’utilizzo dei principali strumenti del lavoro artistico. Nell’esposizione sono presenti artisti che lavorano su diversi stilemi artistici, dal figurativo alla pop art, dall’informale all’astratto, molte delle principali correnti culturali dell’arte sono rappresentate in questa esposizione. Lo scopo è un’esplorazione sull’uso del colore, della materia pittorica e del segno grafico a 360 gradi. Nei secoli, qualsiasi sia stato il soggetto e lo stile della narrazione pittorica, alcuni elementi sono sempre stati la strumentazione utilizzata dagli artisti per ideare un’opera d’arte. L’uso del Colore, evidenziato dalla luce, la scelta della Materia sia essa impalpabile o densa, e il Segno in tutte le sue varianti, sono più del pennello e della tavolozza gli arnesi di composizione dell’opera. Con questa mostra Soqquadro vuole lasciare spazio espressivo agli artisti per esplorare un più ampio spettro di ricerche artistiche sia sul piano dell’ideazione che su quello della realizzazione del lavoro d’arte.


Metamorfosi Arte è una galleria, ampia, ariosa e molto curata, posizionata in una delle più belle, centrali e attive piazze di Reggio Emilia, molto vissuta dalla cittadinanza. La gallerista, Anna Paglia, oltre ad essere una valente artista ha creato con gli anni un’attiva frequentazione nel suo spazio sia di intellettuali reggiani, che di collezionisti della zona che si affidano a lei per le sue conoscenza del mondo dell’arte.

martedì 15 maggio 2012

Il silenzio del paese fantasma

Un luogo tetro e all'apparenza stregato, ma decisamente carico di un'avvolgente atmosfera magica. Un posto perfetto per chiunque sia alla ricerca di scatti dal mood spettrale e tenebroso, in grado di generare un forte senso di sospensione e abbandono. Sto parlando di Castelluccio, il piccolo villaggio abbandonato dai tempi della Seconda Guerra Mondiale le cui rovine si ergono sulla collina dirimpetto a Moraduccio.
Ecco alcune foto del sopralluogo fatto da noi in vista del videoclip degli Armoteque, che andremo a girare prossimamente proprio in questa location così suggestiva.