lunedì 20 febbraio 2012

Le rime del momento decisivo

Oggi parleremo un po' di linguaggio fotografico, fatto di una grammatica a volte un tantino sfuggente ma che tutto sommato con un piccolo sforzo teorico e con tanta pratica non è così difficile da interiorizzare. Chiaramente non farò di certo una lezione esaustiva sulla compagine comunicativa della fotografia, ma soltanto un richiamino alla riflessione su come osservare attivamente un'immagine, soprattutto quando l'immagine in questione è d'autore. 

L'esempio che ho deciso di riportare è un famoso scatto, datato 1932, di uno dei nomi più celebri della storia della fotografia: "Dietro la stazione di Saint Lazare" di Henri Cartier-Bresson, custodita nei preziosissimi archivi dell'agenzia fotografica da lui stesso fondata, la Magnum Photos.



Prima di cominciare la lettura dell'immagine è necessario spiegare due concetti molto importanti, ovvero quello di "momento decisivo" e quello di "rima". Cos'è il momento decisivo? O meglio, Quand'è questo benedetto momento decisivo? A intuito la risposta di molti potrebbe essere che il momento decisivo riguarda l'apice di un'azione, il culmine di un evento, quel frangente in cui tutta la tensione accumulata si sprigiona, se parlassimo d'altro potremmo dire l'orgasmo ;-).

E invece no. In fotografia, secondo le regole codificate da Cartier-Bresson, il momento decisivo - quello da congelare nello scatto per intenderci - è quell'istante che precede di pochissimo il picco, quindi non il momento in cui la palla viene colpita dalla mazza del battitore ma quel piccolo frammento di tempo che lo precede. Questo fa sì che si perpetui nell'immagine un misterioso senso d'incompiutezza (spesso percepito inconsciamente dall'osservatore) che genera tensione e quindi un forte appeal. Le fotografie sono immagini fisicamente statiche, sta nell'abilità del fotografo il compito di conferire dinamismo e flusso.

Veniamo ora al concetto di rima. Questa tecnica compositiva vuole che nell'architettura della nostra foto  figurino elementi fra loro assonanti, fra i quali si generi una sorta di eco, un vicendevole richiamo continuo. Immaginate per esempio un uomo cicciottello, totalmente calvo e con la testa perfettamente sferica che osserva attentamente un'anguria posta sul bancone della frutta di un mercato. Fotografando quella scena si otterrà uno scatto carico di un'ironia sottile molto divertente, dovuta ovviamente al parallelismo ricercato tra la testa dell'uomo e la forma dell'anguria.

Detto questo passiamo ora all'analisi della nostra fotografia. Osservate bene il momento esatto in cui Cartier-Bresson ha deciso di scattare. Quel signore col cappello giunge alla fine della scaletta e compie un balzo. Il fotografo sicuramente lo aveva già notato prima ed era già pronto con la macchina in mano. Proprio per questo è riuscito a cogliere l'ultimo istante della fase aerea di quel balzo, lasciando all'immaginazione dell'osservatore della fotografia il compito di completare l'esito del gesto.


Se lo scatto fosse stato compiuto un attimo più tardi nella foto non si sarebbe generata quella tensione dinamica che le conferisce il suo grande fascino e l'osservatore si sarebbe trovato di fronte all'immagine di un'azione compiuta e decisamente meno stimolante.

Parlando invece di rime vi lancio la sfida di trovarla prima di proseguire nella lettura. Se invece siete divorati dalla curiosità vi svelo l'arcano: la silhouette dell'uomo che si staglia in primo piano sopra il suo riflesso nella pozza richiama alla perfezione l'immagine della ballerina raffigurata nel manifesto sgualcito che si trova sullo sfondo, così come il manifesto stesso riflesso nell'acqua.


Per un occhio attento e particolarmente istruito però c'è la sorpresa di un'altra interessantissima rima, molto più nascosta ma, una volta individuata, di grande impatto. Osservate bene l'uomo sullo sfondo, quello accanto alla recinzione. Proprio quella figura, testimone spettrale di tutta l'azione, si palesa proprio come rima dello stesso fotografo, occupando infatti una posizione ad esso diametralmente opposta.


Le fotografie di strada di Henri Cartier-Bresson, benché scattate in modo fugace, sono innegabilmente il frutto di un'accorta e sapiente composizione.